Con un progetto di economia circolare, che mette insieme le imprese agricole con il settore dell’energia rinnovabile, la startup AGEC vince la terza tappa di Resto al Sud Hackathon Tour, realizzata in collaborazione con l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, ateneo con un'importante presenza di studenti meridionali e con Onde Alte.
AGEC, che si è aggiudicata 7.000 euro da spendere in servizi e attività per rafforzare le proprie competenze e focalizzare al meglio l’idea di business, propone agli ulivicoltori il servizio gratuito della potatura degli alberi in cambio degli scarti da riconvertire in energia rinnovabile e fertilizzanti. Un’idea in cui credono fortemente Daniele Totaro e Pietro Peroni, laureati in scienze e tecnologie agrarie e forestali all‘Università di Bologna.
Quella che si è appena conclusa è stata una tappa che ha riscosso un grande successo in termini di partecipazione: 24 team composti da 70 giovani laureati, con una significativa presenza femminile, e una prorompente partecipazione di giovani del sud d’Italia.
Al secondo posto si è classificato il team GEBBIA, con un progetto contro il degrado urbano proposto da tre amici: Alessandro Trovato, Ester Madonia, Domenico Pittitto che si sono aggiudicati il premio da 3.000 euro per l’acquisto di servizi specialistici. Insieme hanno sviluppato un’idea originale per riqualificare il paesaggio nei centri urbani deturpati: brevettare una copertura vegetativa nata per nascondere innanzitutto la bruttura dei serbatoi di acqua montati sui tetti in Sicilia. E poi da utilizzare in generale in tutti i luoghi che necessitano di rifornimento di acqua. La copertura progettata contribuisce a riqualificare il paesaggio urbano e a mantenere alta la qualità dell’acqua.
Una menzione speciale è stata conquistata dal progetto Metto le radici in sud d’Italia. L’idea è di ripopolare le campagne pugliesi con serre fotovoltaiche per coltivare funghi locali diffusi nella cucina tradizionale. Con una nota di inclusione molto forte: affidare la gestione delle coltivazioni a braccianti agricoli con status di rifugiato. Si è premiata la forza del progetto che ha coniugato sostenibilità, solidarietà e recupero della storia di un prodotto regionale, presentata da Alessandra Mistral De Pascali.
La competizione ha puntato a valorizzare progetti in ambiti prioritari, come salute e welfare, ambiente, turismo sostenibile, agritech e foodtech, temi sui quali gli aspiranti startupper sono stati chiamati a confrontarsi e sfidarsi.
La tappa ha avuto ritmi serrati. I team, selezionati con una call ad hoc, sono stati organizzati in 24 squadre, ed hanno lavorato per 4 giorni insieme ai coach di Invitalia, Università e Onde Alte per focalizzare l’idea di impresa, analizzando i punti di forza e di debolezza del modello di business, e accelerando lo sviluppo dei progetti, anche con la messa a punto del pacchetto di servizi specialistici. La sfida si è conclusa con un pitch presentato alla giuria formata da Enzo Durante, Responsabile Occupazione per Invitalia; Maria Cecilia Flores, Manager dell’ufficio Trasferimento tecnologico dell’Università di Bologna e Emma Taveri, CEO di Destination Makers.
Resto al Sud Hackathon Tour è un roadshow in 4 tappe che Invitalia porta nelle università italiane: la sfida è trovare le migliori idee imprenditoriali di giovani universitari da sviluppare attraverso un hackathon di accelerazione e finanziare con gli incentivi Resto al Sud, con l’obiettivo di generare cambiamento nei territori del Mezzogiorno, promuovendo innovazione, valore e impatto sociale.
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