Sono quasi 7.000 le imprese femminili finanziate negli ultimi 6 anni con il portafoglio di incentivi gestito da Invitalia, l’Agenzia per lo sviluppo del Paese, controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Si tratta di finanziamenti e servizi a sostegno dell’autoimpiego, come Resto al Sud o SelfieEmployment, della creazione di impresa come ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero, dell’innovazione come Smart &Start Italia o della cultura e del mondo no profit come Cultura Crea.
C’è ancora molto da fare per potenziare l’imprenditoria femminile nel nostro Paese, ma questi strumenti e incentivi stanno andando nella giusta direzione.
Per le donne che vogliono avviare una nuova attività o far crescere le loro imprese, Invitalia offre gratuitamente servizi di orientamento, per individuare l’incentivo più adatto al singolo progetto, e servizi di accompagnamento, per guidare l’imprenditrice nella presentazione della domanda, fornendo risposte per ridurre gli errori formali e valorizzare il progetto d’impresa.
Invitalia si mette dunque al servizio delle donne per far crescere il Paese e la parità di genere che è uno degli obiettivi trasversale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che finora ha stanziato 400 milioni di euro (200 dei quali ancora disponibili come dotazione specifica sugli incentivi Smart&Start e ON) per l’empowerment economico e sociale delle donne e per contrastare le discriminazioni di genere.
L’incentivo Fondo impresa femminile che l’Agenzia gestisce su mandato del MIMIT ha rappresentato un intervento molto atteso (la legge 215 per l’imprenditoria femminile non veniva rifinanziata dal 2016). A maggio e giugno 2022, i primi 200 milioni di euro per la nascita e il rafforzamento delle imprese guidate da donne sono stati richiesti in tempi record. Ad oggi sono oltre 700 imprese femminili ammesse alle agevolazioni che stanno realizzando il loro progetto d’impresa, per oltre 120 milioni di euro di investimenti già attivati.
Da segnalare, infine, che tra i progetti di impresa ricevuti da Invitalia negli ultimi 6 anni, quelli in cui la titolare è donna o è presente almeno una donna tra i soci sono circa il 35% del totale.
Questa percentuale si abbassa se si tratta di startup innovative, ovvero di imprese più innovative e tecnologiche: il numero di donne che si dedicano a questo ambito è ancora molto limitato. Su 3.560 progetti di startup innovative presentati per l’accesso all’incentivo Smart&Start Italia, solo il 3% ha delle donne tra i soci fondatori.
“Secondo i dati Istat e della Commissione europea, oggi le laureate in materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), sono in netta minoranza rispetto agli uomini e questo dato si traduce in una minore partecipazione delle donne al mondo del lavoro in questi ambiti e in un gap negativo in termini di retribuzione e di carriera – dichiara l’Ad di Invitalia, Bernardo Mattarella - Invitalia sta lavorando su incarico del MIMIT in questo ambito con il programma nazionale per l’imprenditorialità femminile. Il programma si tradurrà anche in una serie di attività e iniziative focalizzate alla diffusione e al consolidamento della cultura d’impresa tra le donne, all’empowerment e all’accesso alle STEM in tutto il Paese attraverso varie modalità, tra cui percorsi di alta formazione e di accelerazione e borse di studio. Un percorso che coinvolge tutte le generazioni e che mira a creare valore colmando una diseguaglianza inaccettabile e insostenibile sotto molteplici profili, non solo quello sociale ed economico, per un Paese che vuole essere competitivo, sostenibile e innovativo”.