Realizzare anteprime cinematografiche assolute e inclusive riservate ai cosiddetti “invisibili” della società contemporanea, all’interno dei loro stessi luoghi di emarginazione: penitenziari, quartieri difficili, centri antiviolenza, case famiglia e tutte le altre realtà dal tessuto sociale non completamente connesso.
Questa idea “think different” viene portata avanti dalla società Invisible Carpet srls, che nasce nel 2020 in piena emergenza Covid e ha la propria sede operativa a Campagna (Salerno).
Stefania Rifiordi, la fondatrice, ha svolto per anni attività di ufficio stampa per il Cinema.
Il core business aziendale è la distribuzione di prodotti audiovisivi inediti in Italia, come film, documentari e serie tv provenienti dalle selezioni dei più importanti festival internazionali e dalle società di produzione più accreditate e autorevoli, con l'obiettivo di portare al pubblico italiano audiovisivi di livello qualitativo e dal cast internazionale.
Invisible Carpet ha già partecipato a prestigiosi festival internazionali con alcuni dei suoi film acquisiti ed è presente anche all’edizione 2021 della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per visionare nuovi titoli da acquisire.
Lo spirito sociale del progetto imprenditoriale, finanziato da Invitalia (con 336mila euro di agevolazioni concesse) tramite l’incentivo Cultura Crea, punta a sensibilizzare pubblico ed istituzioni nei confronti degli “invisibili” e al contempo promuovere la loro inclusione attraverso la potenza e la magia del Cinema.
Le proiezioni sono organizzate all’interno degli stessi luoghi in cui gli “invisibili” dimorano o trascorrono gran parte del loro tempo: stazioni ferroviarie (senzatetto), case famiglia (minori privi delle famiglie d’origine), penitenziari (detenuti), etc. Qui Invisible Carpet allestisce una vera e propria sala cinematografica – compatibilmente con le attuali disposizioni dettate dall’emergenza Covid-19 – e invita, quando possibile, il cast del film.
I film scelti per le anteprime sono in tema con gli “invisibili” stessi, per fare in modo che essi possano facilmente identificarsi nei protagonisti della storia dibattendone e facendoli sentire finalmente parte integrante e riconosciuta della comunità.
Invisible Carpet ha realizzato finora varie anteprime, ad esempio nel carcere di Eboli per 32 detenuti, nella casa famiglia “Casa Dolce Casa” di Battipaglia per i 5 ragazzi ospiti e simultaneamente nelle stazioni di Milano Centrale, Roma Termini e Napoli Centrale per 100 senzatetto.
Abbiamo rivolto a Stefania alcune domande per conoscere meglio questa bella storia di imprenditorialità controcorrente.
Come nasce l’idea imprenditoriale di Invisible Carpet?
Invisible Carpet nasce da un'intuizione legata alla mia esperienza personale nell'organizzazione di anteprime di film per il cinema: un evento esclusivo, come la première di un film, può diventare inclusivo. L'ambito "red carpet", il tappeto rosso calcato dalle personalità più note della società contemporanea, diventa così il tappeto degli ultimi, gli invisibili, l'invisible carpet. Oltre il progetto imprenditoriale legato al solo business, quindi, ha iniziato a prendere forma il progetto sociale affiancato ad esso, con i primi contatti con le realtà associative legate ai diversi settori: carceri, case famiglia, associazioni a supporto di persone senza fissa dimora e molte altre.
Come hai scoperto e utilizzato le agevolazioni di Cultura Crea? E come si è articolato il rapporto con Invitalia nei vari passaggi?
L'idea imprenditoriale alla base del progetto, ossia acquisire film inediti internazionali di qualità per distribuirli sul territorio italiano, mi ha spinto a cercare al di fuori del circuito bancario tradizionale, di fatto inaccessibile per un'impresa e il suo progetto ancora tutto da sviluppare. Tenendo d'occhio i programmi di Invitalia, è apparso finalmente il programma Cultura Crea che ammetteva la possibilità di investire sull'acquisizione di diritti: un'opportunità unica che ho colto subito ma che, voglio sottolineare, senza il supporto dei tecnici di Invitalia non avrei mai potuto portare a termine. Più di una volta, infatti, sono stata sul punto di mollare, afflitta dalla difficoltà di presentare il progetto secondo le indicazioni richieste dal Programma. Non soltanto, quindi, per la presentazione in sé del progetto è stato indispensabile essere guidata da un esperto di Invitalia, ma anche per la stessa organizzazione dell'impresa: distinguere tra le priorità e il valore aggiunto non è così automatico come si può pensare, soprattutto quando si sa da dove si parte ma non è ancora chiaro dove si sarà in grado di arrivare.
Cosa significa fare impresa con un’attenzione particolare a settori di criticità sociale?
È il lato più bello del lavoro, quello che gratifica maggiormente: le emozioni delle persone "invisibili" che hanno partecipato alle nostre anteprime sono contagiose, riempiono il cuore e spingono ad andare avanti senza sosta, a ridimensionare i problemi che a volte si rivelano addirittura inesistenti.
Quali consigli daresti chi volesse avviare un’impresa culturale oggi, in particolare un giovane?
Di iniziare da un'idea forte, concreta e convincente, annotando sempre tutto, soprattutto i punti di criticità, che vanno risolti subito. Avere chiari gli obiettivi è fondamentale, così come conoscere gli eventuali ostacoli ed essere preparati a superarli.
Quali sono i programmi futuri di Invisible Carpet?
Abbiamo proposte di partnership con diverse onlus e la cosa ci riempie di orgoglio e di voglia di continuare a scegliere film adatti al pubblico trasversale, sempre da presentare al pubblico invisibile attraverso le anteprime inclusive. Il sogno di Invisible Carpet è quello di vedere un giorno in prima fila visibili e invisibili seduti accanto ad una première internazionale.